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Ricerca azione

Obiettivo: La ricerca azione ha per scopo quello di calare la ricerca nella realtà della scuola o della realtà di riferimento (in particolare in un gruppo/classe), attraverso il diretto coinvolgimento dei membri del gruppo.

Spiegazione: la ricerca azione è una forma d’indagine autoriflessiva che permette ai soggetti in formazione di essere “attori” del processo formativo. Da un punto di vista pedagogico, la ricerca azione si pone l’obiettivo di introdurre dei cambiamenti migliorativi relativi ad un campo di esperienza specifico, facendo sì che gli studenti, da protagonisti del processo, rielaborino le conoscenze che possiedono già e acquisiscano nuove capacità tramite la risoluzione di un problema pratico. In questo modo si stabilisce una circolarità tra ricerca e azione, grazie alla quale le conoscenze teoriche trovano la propria ragion d’essere e la propria prosecuzione nell’applicazione concreta. Lo scopo di questa metodologia non è solo quello di ampliare il sapere degli studenti/gruppo, ma soprattutto quello di portarli ad un’autoconsapevolezza e ad una responsabilizzazione, sorte da una situazione-problema che li coinvolge in prima persona.

Fasi in cui si suddivide, in generale, la ricerca azione:  

1. Individuazione del problema (o del macro-tema e del suo aspetto reale e vicino), del progetto generale e patto formativo.

2. Fase di scoperta, di decostruzione e di comprensione del problema.

3. Individuazione dei criteri importanti per la ricerca, lavoro sui concetti chiave e preparazione della ricerca (fase di ipotesi dell’intervento-strategia intervento).

4. Osservazione e interviste; dalle ipotesi al controllo empirico.

5. Sistematizzazione e rielaborazione dei dati- elaborazione del gruppo classe dei prodotti finali: presentazione e diffusione dei risultati del lavoro svolto.

Il trucco del mestiere: il percorso è tanto più potente quanto più è intrapreso in forma collaborativa e partecipata tra tutti i soggetti coinvolti (studenti, insegnanti e animatori). Proprio perché è frutto del lavoro del gruppo che lo intraprende, non è generalizzabile. Il formatore si deve tenere flessibile e aperto alle modifiche in itinere.  

Fonte: Henry e Kemmis, 1985.